L’autore passa in rassegna i grandi apporti della spiritualità dell’Induismo e del Buddhismo: essi appaiono tali da poter integrare la spiritualità ebraico-cristiana approfondendone aspetti finora meno esplorati. Egli sottopone inoltre ad attenta analisi anche tutto quel che nella spiritualità dell’Induismo e del Buddhismo inibiva una crescita piena, realmente adeguata, nella direzione di una religiosità devozionale tesa al Dio personale, vivente, creatore. Il libro dedica particolare spazio allo yoga di Aurobindo, al Mahayana ed allo Zen, sempre nel tentativo di discernere quello che ciascuna tradizione possa dare ad una spiritualità veramente ecumenica, integrata a tutti i livelli: yogico (ricerca del Sé), noetico (presa di coscienza dell’Uno-Tutto), religio-so (rapporto personale col Dio vivente), umanistico (arti, scienze, tecnologie, socialità)(2000).

Qui lo studio comparato della medianità e delle comunicazioni può condurci a un’importante scoperta: la visione della vita dopo la morte e del destino ultimo dell’uomo, che ne emerge, è coerente nella sostanza alla prospettiva della fede cristiana. Si traggono, in tal senso, conferme positive nella misura in cui queste ricerche vengano approfondite (1995).

Vivace rassegna critica di fenomeni che suggeriscono la reincarnazione: non però di un "qualcuno", bensì di un "qualcosa" che è in noi (1985).

Analisi comparativa delle esperienze fuori del corpo, delle esperienze di premorte e delle testimonianze medianiche delle entità stesse nel merito del trapasso e della vita dopo la morte (1986).

Vengono qui raccolte le risultanze di centinaia di comunicazioni medianiche tenute dal gruppo sperimentale del Convivio (1987).

Esperienze di comunicazione avute, secondo ogni evidenza, con i figli di tanti amici del Movimento della Speranza (1990).

Una visione confortante ed esaltante del destino dell’uomo data dall’espe-rienza religiosa e mistica, ma anche dalla parapsicologia di frontiera. Con tale visione vengono confrontate le stesse profezie della Bibbia (1991).

"I sentieri della coscienza" sono le diverse forme di esperienza spirituale dell’uomo. L’autore le esamina e le presenta distinguendo una presa di coscienza "yogica" (di Dio come puro Sé), una "noetica" (di Dio come Uno-Tutto), una "religiosa" (del Dio personale). Sono, queste, tre forme di presa di coscienza di Dio che si possono ben integrare tra loro. Parimenti è possibile integrare, con esse e tra loro, le varie forme di presa di coscienza che l’uomo ha di sé ai più diversi livelli: umanistica, morale, sociale e politica, storica, estetica, scientifica, psicologica, paranorma-le... Ciascuna viene considerata in sé, ma non più isolatamente, bensì come facente parte di una presa di coscienza globale, onnicomprensiva. Questa, a sua volta, tende ad essere l’anima di una trasformazione totale dell’uomo (1997).